L’acqua di San Giovanni è un antico rito carico di simbolismo e magia naturale, un ponte tra riti pagani legati al solstizio d’estate e tradizioni cristiane associate alla figura di San Giovanni Battista.
Al tramonto del 23 giugno si raccolgono erbe spontanee e fiori di campo che poi verranno messi in un recipiente di vetro o rame colmo di acqua, per poi essere esposti alla luna e alla rugiada.
Non deve assolutamente mancare di iperico detto anche fiore di San Giovanni ma anche lavanda, malva, menta, camomilla, garofanini, ginestra, finocchio selvatico e artemisia.
La mattina seguente, il 24 giugno, é usanza utilizzare l’acqua di San Giovanni per lavare mani e viso in segno di purificazione, buon auspicio e rinnovamento.
L’acqua di San Giovanni è un legame profondo tra l’uomo e la natura, una connessione spirituale tra le speranze dell’uomo e la ciclicità della vita.
La raccolta delle erbe ci insegna la conoscenza e il rispetto; l’esposizione dell’acqua al buio della notte ci guida all’abbandono e la fiducia; il bagno con l’acqua ci avvicina alla purezza e alla rinascita.